L’idea progettuale prende spunto dalla constatazione dell’esclusione di una consistente fetta di giovani generazioni dalle opportunità di crescita, autonomia e inclusione sociale che anche la frequenza di attività sportive può contribuire a promuovere.
In Italia, infatti, quasi un minore su tre è a rischio di povertà e di esclusione sociale (Fonte: Save the Children, 2018).
Come evidenziato da numerosi studi, a prescindere dal genere, colore della pelle o gruppo etnico di origine, la partecipazione allo sport crea effetti benefici sullo sviluppo dei giovani, sia quello fisico che quello socio-psicologico.
Gli psicologi sono concordi nel valutare lo sport, specialmente quello di squadra, quale strumento efficace per la crescita psico-fisica e l’inclusione sociale degli adolescenti, ma in Italia più del 13% di questi giovani non ha i mezzi per praticarlo e quasi 1 bambino su 5 in età 6-17 anni non pratica nessuno sport né attività fisica (Istat, 2017).
Per l’importante obiettivo di “sport per tutti” è necessario rimuovere gli ostacoli che impediscono alle famiglie di consentire ai propri figli la frequenza di attività sportive che sono, prevalentemente, ma non solo, di natura economica.
Ad esempio nelle famiglie straniere con figli minori gli ostacoli possono essere sia di tipo economico che culturale; superati però questi ostacoli la pratica sportiva può essere un potente elemento di integrazione dove i bambini e i ragazzi possono mettere a frutto i propri talenti e coltivare le proprie passioni.
Beneficiari del progetto e processo di selezione
Il progetto intende raggiungere 500 minori in situazione di difficoltà economica esclusi dalla pratica di attività sportive (circa 25 minori per ogni Regione/Provincia Autonoma).
I beneficiari del progetto dovranno essere di età compresa tra i 6 e i 17 anni e saranno individuati attraverso un bando promosso su base locale.
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